Alessandro Liberini, qualcosa cambierà

Alessandro Liberini, qualcosa cambierà

Dal 25 febbraio 2022 è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming “Qualcosa cambierà”, il nuovo singolo di Alessandro Liberini.
“Qualcosa cambierà” è un brano energico di denuncia e speranza che non ha la pretesa di essere una guida, un manuale del buon abitante del mondo. E’ un concetto che è insito in ognuno di noi, almeno in ognuno di quelli che pensa ci sia sempre modo di poter fare in meglio, partendo da sé stessi per arrivare a una collettività. E’ un pezzo rock pop diretto, come le parole che accompagnano la musica. Potrebbe sembrare un brano nato in questo periodo, ma la sua stesura precede la pandemia.
In un mondo di gente pronta a puntare il dito, a giudicare e condannare, spesso ci si dimentica di guardarsi intorno, o ancora meglio allo specchio. I grandi cambiamenti sono la somma di tante piccole cose, e cambiare sé stessi, ciò che ci circonda, è un punto d’inizio per rendere questo mondo un posto migliore in cui vivere … “qualcosa da cambiare , migliorare , basta farlo intorno a sè” (cit.).

UGZ: Presentati in qualche riga a chi sente parlare di te per la prima volta.
Alessandro:
Sono Alessandro… Liberini, e non ho un nome d’arte. Semplicemente perché non me ne è mai venuto in mente uno, ma soprattutto perché nella musica sono la parte più sincera di me… nelle canzoni non mento mai.

UGZ: Cos’è più importante nella vita di un artista: l’ispirazione o la disciplina?
Alessandro:
Penso entrambe, ovviamente… senza ispirazione non puoi scrivere canzoni. Senza un po’ di disciplina (non troppa però!) si rischia poi di andare a perdere in professionalità.
Vanno di pari passo, lo stesso equilibrio che deve esserci tra testo e musica. Immagina un bel testo su una musica non all’altezza. 

UGZ: Qual è la situazione ideale per ascoltare “Qualcosa Cambierà”?
Alessandro:
Possibilmente in cuffia, a volume non raccomandato, e ad occhi chiusi…
Immaginando sparire piano piano tutte le cose che non vorresti più vedere, neanche alla tv.

UGZ: Ci racconti un aneddoto sulla realizzazione del videoclip?
Alessandro:
Appena arrivato sulla location, i registi (Trilathera) non avendomi mai incontrato dal vivo, mi hanno guardato un po’ stupiti.
Praticamente non si aspettavano fossi così alto (sono circa 1,88 mt), e quel giorno indossavo per di più un paio di scarponcini che avevano una suola abbastanza alta. La preparazione delle luci e fotografia era stata fatta il giorno precedente con un membro dello staff leggermente più “piccolo” di me. In definitiva: abbiamo dovuto rifare daccapo la preparazione e riposizionamento, mettendoci in una condizione di ansia e fretta nel cercare di chiudere in giornata le riprese, in quanto, essendo una trasferta, rischiavamo di non poter riprogrammare a breve una seconda giornata causa le chiusure imminenti di quel periodo (zone rosse, arancioni Etc). 
Fortunatamente è andato tutto per il meglio! 
 
UGZ: Hai voglia di raccontarci qual è stato il più bel concerto cui hai assistito?
Alessandro:
Il più bel concerto a cui ho assistito è stato Vasco all’Olimpico nel 2001. Era il mio primo concerto in uno stadio, e quel giorno sono stato travolto da una potenza ed energia che non avevo mai vissuto prima. Il più bello per le sensazioni ed emozioni che mi ha dato…