Anna Zu, l’importanza di crederci sempre, senza paura del tempo che passa

Si intitola Vetro il nuovo singolo della cantautrice Anna Zu. Un brano scritto in età matura e una storia, quella di Anna, che insegna l’importanza di crederci sempre, senza paura del tempo che passa. L’abbiamo incontrata per farle qualche domanda.

UGZ: Benvenuta nel nostro spazio Anna! Da cosa nasce il tuo desiderio di fare musica e quando ti sei avvicinata a questa forma d’arte?
Anna:
Grazie a voi per l’opportunità! È un po’ scontato, ma in realtà dovrei dire da sempre. Da piccola non perdevo occasione per simulare spettacolini canori improvvisati con in mano una spazzola o un mestolo a mo’ di microfono. A 5 anni ho iniziato con il pianoforte e a 16 con la lirica. A 21 la mia vita ha preso un’altra direzione e ho parcheggiato la musica per 20 anni. Un periodo nel quale ha covato e ribollito, fino a trovare la sua strada. Quasi per caso. O forse no. Semplicemente era arrivato il momento. È stato un percorso complesso. Sembra assurdo, ma molto spesso per costruire bisogna prima distruggere. E questo è capitato a me, mettendo in discussione tutto: da ciò che credevo di sapere sul canto fino alle più granitiche certezze su di me. Tra le quali quella di non essere capace di scrivere.

UGZ: Hai recentemente pubblicato “Vetro”, il tuo nuovo singolo. Ci parli della genesi di questo brano?
Anna:
Come spesso dico io riesco a scrivere solo di ciò che conosco e in questa fase sento la necessità di sfogare emozioni molto personali. Vetro, in particolare, è figlio di una complessissima giornata al lavoro. Ricordo ancora benissimo quella serata. Mi sentivo schiacciata tra due macigni: da un lato la sensazione di non avere la soluzione (o forse la stanchezza di doverne perennemente trovare); dall’altra la necessità di apparire solida per dare certezze agli altri. La scelta era tra chiudermi in una stanza e urlare oppure scrivere. Ho optato per la seconda opzione, ma alla fine, con il senno di poi, l’urlo mi sa che è uscito lo stesso.

UGZ: Il concept che caratterizza la canzone riguarda le proprie incertezze e l’accettarle. In che modo tu accetti i tuoi limiti?
Anna:
Evitando di trattarli come tali. Chi mi conosce bene sa che ho da tempo cancellato la parola “problemi”. Ho deciso di chiamarli, semplicemente, “opportunità”. Non perché cambi la sostanza di ciò che devi affrontare, ma per poterlo fare con un atteggiamento mentale positivo. Con incertezze ed insicurezze ritengo sia uguale: se le usi come leve per porti degli obiettivi, possono trasformarsi in grande fonte di crescita e cambiamento.

UGZ: In realtà quello che traspare da Vetro, e dal tuo cammino artistico, non è semplice accettazione ma superamento di questi limiti. Credi sia importante “andare oltre” per crescere e migliorare, ad ogni età?
Anna:
Assolutamente sì. Sono fermamente convinta che non si finisca mai di imparare. E che che l’età in fondo sia solo un numero. Ognuno ha tempi diversi per maturare il proprio rapporto con l’arte (e non solo). Il resto sono solo convenzioni dettate dalla società. In inglese c’è una bellissima definizione per questo concetto: late bloomer (letteralmente “fioritura tardiva”). Esistono decine e decine di esempi, ma giusto per fare un paio di nomi noti: Charles Bukowski ha scritto il suo primo romanzo a 51 anni, César Franck ha composto la sua prima sinfonia a 56.

UGZ: Sappiamo che sono già pronti altri brani che verranno pubblicati nei prossimi mesi. Ci puoi dare qualche anticipazione?
Anna:
Si tratta di un insieme di brani molto eterogenei. Frutto di 2 anni di lavoro. 10 canzoni originali che sono, di fatto, un racconto a puntate, onesto e senza filtri, di tutte le mie discrepanze e incongruenze. Nate dalle cose che vivo, così come le vivo: quelle che mi fanno stare bene, quelle che mi fanno arrabbiare, indignare e mi tengono sveglia la notte. Alcune raccontano di ansia e assenza, altre di riscatto e spinta a cambiare le cose. Una sorta di altalena tra attimi positivi e negativi. Ma la vita in fondo cos’è se non questo?! Questo il mio punto di partenza, ma la cosa bella della musica è che condividendola con il mondo ognuno può, in fondo, vederci ciò che vuole. Agganciarvi le proprie sensazioni ed esperienze. La cosa che mi renderebbe più felice, rispetto al rilascio di questo lavoro, sarebbe che uno dei miei brani rimanesse allacciato al ricordo di un momento importante per qualcuno. Richiamando un’emozione.

UGZ: Grazie per il tuo tempo. Hai queste ultime righe per aggiungere ciò che vuoi alla nostra chiacchierata.
Anna:
Grazie a voi. È sempre un grande onore potersi raccontare. Come ultima cosa vorrei usare questo spazio per ringraziare le due persone senza le quali non sarei mai riuscita a realizzare questo percorso: Davide Antonio Pio (performer, musicista, autore) e Giuseppe Lopizzo (cantante e vocal coach). È proprio vero che alcuni incontri, del tutto casuali, possono cambiarti la vita.

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