“Paradise ’99” è il risultato di un lavoro meticoloso che questa band romana ha compiuto prima in fase di composizione, e quindi il merito può andare solo alla band stessa e a nessun altro, e poi il tutto è stato portato in tre differenti studi, che ne hanno delineato un sound altamente professionale e che se la gioca coi grandissimi nomi della scena dura mondiale. Questi tre studi sono il Forward Studios (Roma), il Lair Of Music Studio (Guidonia) e Adam’s Records Studio (Tivoli). Come accennato, l’album suona in maniera ineccepibile e la scelta delle band di dare un taglio contemporaneo al proprio sound dà loro ragione, in quanto il loro metal guarda più al presente e al futuro, rispetto che al passato.

Questo è un fatto non di poco conto e forse anche un messaggio da parte dei Bangout. La scena rock e metal deve avere nuovi nomi su cui puntare, nuovi stimoli, nuove soluzioni. I Bangout di certo non sono una band sperimentale, ma il massiccio uso di parti elettroniche nel loro sound li rende unici. E’ anche interessante il fatto che la band non suddivida l’album per “sezioni”, non ha dei brani classici, altri contaminati e altri ancora in altro stile.

In “Paradise ’99” tutto è miscelato con estrema cura, e ogni elemento va a completare l’altro, come fa appunto l’elettronica che si inserisce benissimo nell’alternative metal di questa band. Abbiamo anche qualche vaga reminiscenza grunge, come anche un sapore un po’ street/glam in alcuni refrain dell’album, quando la band canta all’unisono, e tutto questo armamentario è un piacere sentirlo, perchè funziona molto bene in tutti i brani. Quindi non rimane che rimanere sintonizzati sui Bangout.

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