Blue Drama , facciamo musica per passione

I Blue Drama esplorano loro stessi e parlano di amore, di amicizia, del senso di fratellanza che viene da passioni sane come quella per la musica ma anche di disillusione e di rabbia, di dubbi e di speranze.
La band si è presa il suo tempo, anche per via degli impegni live con altre band, c’è voluto il lockdown e l’estate del 2020 per riuscire finalmente ad entrare in studio, al DpoT Recording Arts Studio sotto la guida tecnica di Fabrizio Simoncioni (Ligabue, Negrita, Litfiba, ecc …) e registrare
14 canzoni, 12 inediti più le personali versioni di “Mi sono innamorato di te” di Luigi Tenco e l’inno senza tempo di Eugenio Finardi “La Musica Ribelle”, con l’apporto anche artistico di Fabrizio Simoncioni che ha suonato tutte le parti di tastiera presenti.
I pezzi dei Blue Drama sono nati per essere suonati dal vivo con il solo ausilio di una chitarra un basso e una batteria, ma in studio la tentazione di dare ai pezzi nuovi colori e nuove sfumature è stata forte e la band non si è tirata indietro pur rimanendo fedele a una certa idea di Rock, senza fare compromessi con le proprie radici e il proprio gusto musicale.

UGZ: Spiegateci il nome della band !
Mario Assennato:
DRAMA è il titolo di un album degli YES che quasi 40 anni fa ci ha ispirato per il nome della nostra prima band Machine Messiah (era un brano di questo album) e abbiamo pensato di mantenere questo collegamento. Abbiamo aggiunto BLUE in omaggio a un nostro caro amico scomparso prematuramente, Andrea Durin (al quale abbiamo dedicato anche il nostro disco) che ha militato per alcuni anni in una sua band che si chiamava Blue Gardenia.

UGZ: Quanti brani avete lasciato nel cassetto ?
Andrea Bartolini:
Non molti in effetti, nelle session di registrazione dalle quali è venuto fuori “La Giostra” abbiamo registrato 15 brani, 11 sono finiti sul disco e uno è stato pubblicato molto prima come singolo digitale. Rimangono al momento 3 pezzi già pronti, 2 originali e una nostra interpretazione di un classico di Eugenio Finardi, è probabile che dopo l’estate pubblicheremo qualcosa come singolo. Ovviamente poi abbiamo altri pezzi in lavorazione.

UGZ: Perchè un tributo a Luigi Tenco ?
Mario Assennato:
Perché ci siamo chiesti come avrebbe suonato una melodia così intensa con una base ritmica potente ed energica. Siamo rimasti contenti del risultato, riteniamo che una canzone molto bella può mantenere il proprio valore anche in versioni e interpretazioni completamente diverse. Luigi Tenco era un grande cantautore, uno dei nostri talenti più autentici e gli abbiamo voluto rendere omaggio a modo nostro.

UGZ: Scegliete un musicista di rilievo che avresti voluto nel vostro album.
Andrea Bartolini:
Sono sincero, non sono molto incline verso i dischi pieni di comparsate e collaborazioni, quando mi capita di comprare un disco del genere, salvo casi eccezionali, storco sempre la bocca. Per cui direi che almeno in questo album non avrei voluto nessun altro, anche se poi a conti fatti le tastiere le ha suonate Fabrizio Simoncioni, tastierista di Litfiba, Pelù, Ligabue e produttore di successo, ma questo perché abbiamo registrato nel suo studio.

UGZ: Potrebbe sembrare una domanda banale o magari lo è : Dove sta andando la musica? E dove sta andando la vostra musica?
Mario Assennato:
Non è una domanda banale, semmai è una domanda senza una risposta certa. Almeno noi non lo sappiamo… e forse è meglio così. Non abbiamo comunque prospettive molto rosee per la musica in generale… la vita moderna, i ritmi ai quali siamo sottoposti tutti quanti, l’informazione esasperata e camuffata, i vari maniaci dei social network, gli influencer sulla rete che stanno rendendo tutto piatto, standardizzato e che stanno azzerando stimoli e creatività nei giovani che li seguono. Noi facciamo musica per passione, quindi la nostra musica va dove noi la vogliamo trovare e dove chi cerca la musica fatta con vera passione può trovarla. La buona musica c’è ancora, solo che adesso è più difficile scovarla… bisogna impegnarsi molto.

UGZ: C’è differenza tra ciò che ascoltate e ciò che in realtà suonate?
Andrea Bartolini:
Sicuramente si, ognuno di noi ascolta molte cose che non hanno molto a che spartire con la musica dei Blue Drama e ognuno dei tre ha un bagaglio musicale fatto di preferenze e conoscenze che si differenzia almeno in parte da quello degli altri. Quando però ci si trova in sala prove la necessità è quella di riuscire a far coesistere tre differenti personalità musicali, in questo conta molto il guardare alla musica con gli stessi occhi, avere cioè un sentimento comune verso quello che si vuol far uscire dai nostri strumenti. A quel punto quello che piace, quello che si ascolta in privato si azzera e si cerca solo di far uscire un prodotto che soddisfi tutti e in cui ognuno si possa riconoscere, credo che questa sia l’unica strada verso il raggiungimento da parte della band di una propria personalità.

About The Author