Chrome Sky, una decennale collaborazione a distanza

Chrome Sky è il risultato di una collaborazione decennale tra il poliedrico vocalist e cantautore Paolo Miano e il creativo compositore/programmatore Mario Ferrarese, con l’obiettivo di creare un nuovo genere che fonde metal, industrial, trance, prog, goth e molte altre influenze in uno scenario unico e inesplorato, con la voce come unico elemento umano su un sottofondo strumentale interamente programmato (chitarre comprese).
La musica di Chrome Sky dipinge con uno sguardo asettico e spietato la condizione esistenziale alienata dell’uomo contemporaneo, costringendo l’ascoltatore ad affrontare il magma delle pulsioni ribollenti nel profondo dell’animo umano dove la razionalità è invasa, il bene e il male annientano, il sacro e la follia coesistono e si crea il destino dell’uomo, e così si percepisce lo sforzo doloroso dell’esistenza.

UGZ: Di tutti i brani che avete pubblicato, c’è una traccia a cui tenete particolarmente ?
Paolo:
beh sì, ovviamente ci sono brani che ritengo più riusciti di altri. Nel primo album, Artificial, il mio preferito è I Dream Of The Day, nel second, Binary, Death Of A Hero

UGZ: Siete mai stati presi dallo sconforto a tal punto di voler smettere ?
Paolo:
abbiamo avuto un periodo, tra i due album, in cui a causa di vicissitudini personali abbiamo dovuto allontanarci dal progetto ma sconforto direi di no, anche perché non pubblichiamo la nostra musica con particolari aspettative anche se, ovviamente, qualsiasi riscontro positivo ci fa enormemente piacere.

UGZ: Artisticamente parlando, rifareste tutto oppure avete dei rimpianti ?
Paolo:
qualche rimpianto ce l’ho per aver dovuto mollare la promozione di Artificial proprio nel momento in cui ci stavamo per affacciare al mercato europeo. Dal punto di vista strettamente artistico invece sono totalmente soddisfatto dal risultato.

UGZ: Scegliete un musicista di rilievo che avreste voluto nel vostro album
Paolo:
mettendo da parte il fatto che nessuno strumento nella nostra musica è mai stato suonato bensì programmato, mi piacerebbe molto ospitare Paul Masvidal, penso che saremmo sulla stessa lunghezza d’onda.

UGZ: Potrebbe sembrare una domanda banale o magari lo è : Dove sta andando la musica? E dove sta andando la vostra musica?
Paolo:
mi sembra che in generale la musica non stia andando da nessuna parte in particolare, c’è molta stagnazione e da vent’anni all’incirca che non ci sono particolari innovazioni sonore. La nostra musica invece come sempre cercherà di andare come l’Enterprise all’esplorazione per  arrivare coraggiosamente là dove nessuno è mai giunto prima.

UGZ: C’è differenza tra ciò che ascoltate e ciò che in realtà suonate ?
Paolo:
per quanto mi riguarda tantissima. Non ascolto più molta musica estrema, piuttosto molto cantautorato internazionale, soprattutto quello intriso di soul e blues. Io stesso ho progetti musicali paralleli molto diversi. Ovviamente tutte le sfaccettature del rock duro mi piacciono ancora ma sono diventate solo una piccola parte dei miei ascolti.

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