Criminal Madhouse Conspiracy – “Criminal Madhouse Conspiracy”

Esordiscono con questo buon album i romani Criminal Madhouse Conspiracy. Otto canzoni per una mezz’ora scarsa di musica bastano per presentarsi nel migliore dei modi al pubblico metal. La prima canzone, “Trashed”, dopo un inizio all’insegna della melodia esplode successivamente in una canzone tirata e ispirata. La successiva “Animal” è un pezzo molto potente, con un riffing più variegato rispetto al pezzo precedente. In entrambe le canzoni si fanno strada dei buoni assoli di chitarra che riescono a immettere melodia in un contesto davvero senza compromessi.

“Spiritual Death” e “The Cage” proseguono il trend di inizio album. Un buon alternarsi di velocità e groove, che trova forse il suo coronamento nella strumentale “Desert Storm”, traccia davvero buona e con molti cambi di tempo, dove si vede che la band è molto preparata anche tecnicamente e dove si riesce ad udire qualcosa che a livello compositivo prima si era solo accennato. Sul finale abbiamo ancora tanta violenza con “The Man Whose Name Was Written on Water” e Fat Vertical Lips”, mentre la canzone posta in chiusura che risponde al titolo “Bones Behind” è probabilmente la più cadenzata e pesante dell’intero album, anche se c’è da dire che che rispetto ai pezzi precedenti non ha lo stesso impatto.

I Criminal Madhouse Conspiracy si buttano nella mischia con un album molto buono, figlio della più classica tradizione thrash metal senza troppi compromessi e complimenti, e se volete un lavoro che non bada a troppe finezze ma che vada dritto al punto, dirigetevi senza timore a questo bel dischetto.

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