EL V, un invito a superare timori e pregiudizi

Dal 17 dicembre è disponibile in rotazione radiofonica “DI PONTI E DI MONDI”, brano di El V feat. AWA FALL estratto dall’EP “FIGLI INVISIBILI” (PMS Studio), già presente su tutte le piattaforme di streaming.

Un viaggio collettivo, un percorso intimo, e un invito a superare insieme il pregiudizio e il timore nei confronti di chi non ha la tua stessa provenienza: questo è il cuore pulsante di “DI PONTI E DI MONDI”, brano frutto della collaborazione tra EL V e AWA FALL, una delle voci afrodiscendenti più interessanti del mondo reggae/soul europeo. Il risultato è un pezzo r’n’b contemporaneo, profondo e notturno che fa parte dell’EP “FIGLI INVISIBILI”, progetto vincitore del concorso di “Bologna City Of Music Unesco” e un’iniziativa musicale nata dalla mente dello stesso El V, che ne è ideatore e direttore artistico. La realizzazione dell’EP è stata interamente affidata ad interpreti afro-italiani, chiamati a confrontarsi con le produzioni di artisti come Dj Jad e Ice One, tra gli altri. E’ la prima volta che in Italia esce un EP che coinvolge i nuovi volti della musica italiana al fine di sottolineare la necessità di inclusione.

Con la produzione e la promozione di EFFERRE LIVE, il videoclip ufficiale di “Di ponti e di Mondi”, diretto da Davide Cocchi (Neffa, Skin e tanti altri), alterna scene che ritraggono i musicisti e gli interpreti del pezzo ad altre che vedono Awa Fall fiera e sorridente alla guida di un’automobile, il tutto avvolto dallo sfondo suggestivo di una città in piena notte.

Ecco cosa ci ha raccontato EL V.

UGZ: Quali sono le tue influenze musicali? E cosa stai ascoltando in questo periodo?
EL V:
Le mie influenze musicali sono svariate, ma le possiamo riassumere tutte in un unico grande contenitore: la musica nera. Per Black Music intendo tutta quella che si è sviluppata nel corso degli anni. Non sono un grande conoscitore e ascoltatore di jazz e blues, ma essendo i primordi della musica afroamericana, ho fatto diversi ascolti anche in quel campo. Ma principalmente è la musica nera dagli anni ’60 in poi che mi ha interessato maggiormente. Il mio percorso artistico nasce però con la musica giamaicana. E’ il Reggae il primo stile che mi ha spinto a fare musica, anche se mi è sempre piaciuto contaminarlo con altri stili. Negli ultimi anni, io e la mia band La Gardenhouse, abbiamo concentrato il nostro stile in una mescolanza di suoni e idiomi che abbiamo chiamato Reggae Latinoemiliano. Ci siamo fatti rapire dalla “mezcla”, un meticciato musicale e che unisce il reggae ed il rap, con gli stili tradizionali della musica latina. Tra gli ispiratori di tutto questo percorso musicale ci sono alcuni artisti principali, oltre a quello principale che è Robert Nesta Marley, i più importanti e fondamentali sono The Clash, Manu Chao e Sergent Garcia. Con quest’ultimo ho avuto la fortuna di collaborare per qualche anno, sia in studio che live, ed è il mio fiore all’occhiello.

UGZ: Qual è il sentimento che ti spinge a fare musica?
EL V:
Difficile riassumere in un unico sentimento cosa spinge a fare musica. Credo che ci siano diverse componenti. Ovviamente il desiderio di esprimersi, la voglia di raccontarsi e di raccontare. C’è sicuramente una parte di esibizionismo, il desiderio di sentirsi protagonisti, che nei cantanti è ancora più sviluppato. E poi c’è una parte che è più intima e non controllabile o non così definibile, che è la necessità di vivere in mezzo alla musica e alla bellezza che essa genera. Quelle emozioni così potenti e irripetibili, sono il vero sentimento che stanno alla base di un vero e proprio bisogno.

UGZ: Quali feedback hai ricevuto sul tuo nuovo disco? Chi è che ti supporta maggiormente in quello che fai? 
EL V:
L’ultimo lavoro che mi riguarda è “Di Ponti e Di Mondi”, il singolo che ho firmato e che ha cantato quella straordinaria cantante afroitaliana che è Awa Fall. Il brano fa parte di un progetto più ampio che si chiama “FIGLI INVISIBILI”, ecco un link per ascoltare tutto il lavoro di cui io sono ideatore e direttore artistico: https://fanlink.to/figliinvisibili. Al mio fianco c’è un piccolo ma importante team di persone. La più importante di queste è il mio manager, amico e angelo custode Francesco Romano, titolare di Efferre Live, il management che mi rappresenta e che ha prodotto tutto il mio ultimo progetto. Romano è anche coordinatore del progetto con cui abbiamo vinto il bando di concorso di Bologna City of Music Unesco. Per la parte artistica, oltre ai musicisti che lavorano con me e molti lo fanno da anni, al mio fianco c’è Paolo La Ganga che ha composto insieme a me il singolo interpretato da Awa. Paolo ne è anche produttore artistico. La Ganga, chitarrista e producer, è stato al mio fianco per tutte le mie produzioni degli ultimi anni. I feedback ricevuti fino ad oggi su Di Ponti e Di Mondi sono tutti molto positivi. Il brano è davvero particolare. E’ un R’n’B contemporaneo, molto intenso, con uno strumento portante: il violino di Francesco Fry Moneti di Modena City Ramblers. Questo particolare accostamento, rende il brano molto originale e sta destando molta curiosità e apprezzamento. Anche il progetto completo sta ricevendo commenti molto positivi. I brani sono tutti affidati ad artisti afroitaliani, e sono prodotti da grandi produttori della musica italiana. E’ la prima volta che viene prodotto un Ep che contiene solo artisti afrodiscendenti e siamo molto orgogliosi di questo.

UGZ: Qual è a tuo parere il ruolo del produttore musicale in un pezzo?
EL V:
Il produttore artistico è fondamentale per un artista o per una band. La sua figura è come quella del preparatore atletico. Mike Tyson senza Cus D’amato non sarebbe arrivato ai suoi traguardi, così come Jovanotti senza Michele Centonze non avrebbe sfornato L’Ombelico del Mondo. La combinazione è fondamentale. L’artista porta il suo talento al suo producer come l’atleta porta la sua potenza e le sue doti all’allenatore. Entrambi prenderanno quelle doti e le plasmeranno per portarle al successo. Quel successo è di entrambi, non solo dell’artista e non solo del producer. Mohamed Alì non avrebbe battuto George Foreman a Kinshasa senza la strategia e la preparazione di Angelo Dundee. Red Hot Chili Peppers non avrebbero prodotto un masterpiece come Blood Sugar Sex Magik, senza il lavoro di Rick Rubin. Sarebbero state sicuramente buone canzoni, ma il produttore le ha prese e le ha portate a un livello superiore. Per questo le 2 figure sono complementari e indispensabili l’una per l’altra.

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