Il testo nasce osservando il viavai tipico delle stazioni, dentro un settembre in cui si vive un compleanno solitario. Quella dolce malinconia di chi si saluta, la concretezza della fine di un’estate, il ritorno alla quotidianità sono tutti elementi che entrano in questo brano che racconta le piccole cose.«Dal punto di vista musicale è un brano nato già pronto, avevo un’idea di come doveva suonare e appena ho imbracciato la chitarra la struttura è uscita in pochi minuti. La canzone è stata prodotta dal Maestro Vitale Di Virgilio, il mio padre musicale e primo maestro di musica da quando ho 8 anni» Atipico.Al brano hanno collaborato Simone D’Alessandro alla batteria, Umberto Cinalli al basso, Paolo Catone alle tastiere, Eugenio Paludi ai cori e il maestro Mike Applebaum (già collaboratore di Zucchero, Giorgia e Alex Britti). L’intero progetto è stato mixato dal Bess Recording Studio di Montesilvano (PE). Il singolo anticipa l’uscita del primo album di Atipico, in cui racconta, senza giri di parole, maschere e frasi non dette. |