Flora, Spesso mi sono sentita persa ed inutile

Flora scrive, suona, canta, si innamora ogni giorno della vita e della sua semplice bellezza. Anche se probabilmente troppo piccola perché lo possa ricordare, le piace pensare che la sua passione nei confronti della musica sia nata nel momento in cui il padre le fece ascoltare per la prima volta la colonna sonora del film C’era una volta in America cullandola una sera per farla addormentare.
Cresciuta a pane e cantautorato Flora si forma musicalmente fra Ostia, Essen e Londra, pubblica un EP di brani originali dal titolo “Si vedono i fiori” e nel 2020 scrive tre nuovi singoli legati da un filo comune: nati a ridosso dell’inizio della pandemia, cresciuti immersi nell’attualità, i tre brani trovano la loro veste definitiva nel ritratto inconsapevole di un momento storico decisamente particolare. Il 3 giugno esce il nuovo singolo “Serenità”, in distribuzione Artist First.

UGM: Ciao Flora, ci racconti come è nata “Serenità”, il tuo nuovo singolo?
Flora:
Ciao ragazzi e ragazze di Underground Music. Serenità, insieme ad altri due brani in prossima uscita, nasce a ridosso dell’inizio della pandemia, cresce immersa nell’attualità, e trova la sua veste definitiva nel ritratto inconsapevole di un momento storico decisamente particolare. Prodotta insieme ai ragazzi di Bodacious Collective (Giovanni Pallotti, Davide Sollazzi e Massimo Colagiovanni) e a Paolo Zou, Serenità è un inno all’amore e alle piccole cose, quelle che sembrano sciocche e senza importanza, ma che in realtà contano più di tutto.

UGM: Nella tua canzone dici “le domande quelle un po’ universali, quelle senza risposta”. Quali sono queste domande?
Flora:
Sono gli interrogativi universali ai quali è impossibile rispondere con una certa sicurezza, quelli che spesso mi tengono sveglia la notte a pensare, rimuginare: qual’è il mio scopo, cosa sono destinata a fare, perché non c’è rimedio a certe perdite, qual’è il senso del mio esistere? Insomma domande che l’uomo si è sempre posto, alle quale ha dato molteplici spiegazioni, domande che confondono i miei pensieri e che cerco a modo mio di mettere in ordine scrivendo.

UGM: Come sei stata influenzata da questa pandemia? Hai cercato di trovare la “serenità” anche durante quel periodo?
Flora:
Inizialmente ho vissuto il momento del lockdown totale come un’esperienza fin troppo piacevole. Ho potuto mettere in standby i tanti impegni che mi occupavano e passare del tempo con la mia famiglia (in quel momento mi trovato a Roma a casa dei miei genitori), dedicare più tempo ai miei studi e alla musica. Poi sono cominciate ad arrivare le paure e le ansie. Per me, per la salute dei miei cari, per il mio lavoro tanto precario in un momento del genere, per un mondo che stava inesorabilmente cambiando. Spesso mi sono sentita persa ed inutile. Il periodo che stiamo ancora vivendo mi ha portato via tanto, tra le altre cose due persone speciali. Ho cercato di reagire a mio modo scrivendo e prestando maggiore attenzione alle piccole cose che poi tante piccole non sono. Nel mio singolo Serenità canto l’attimo fuggevole in cui ci si ferma ad ammirare Roma con il suo vento caldo che soffia dal mare, il desiderio di tornare a dormire nel suo stesso letto, ogni sera di ogni giorno che verrà, lo sguardo di due genitori che nonostante ne abbiano passate tante trovano sempre il modo di riscoprirsi innamorati, il primo sorso di birra che sa di boccata d’aria dopo anni di apnea.

UGM: Chi sono le tue maggiori influenze musicali?
Flora:
Le voci di Battisti, De Gregori, Gaber, Guccini, Dalla, e l’immancabile Renato Zero, solo per citarne alcuni, risuonavano spesso nelle mie orecchie di bambina. Sono cresciuta ascoltando i grandi della musica cantautorale italiana e questo ha influito notevolmente sul mio modo di pensare e scrivere la musica. Altro aspetto sicuramente rilevante è lo studio del pianoforte, strumento che mi ha accompagnata fin dalla più tenera età: le mie canzoni nascono sempre in versione acustica per poi vestirsi di altri suoni ed elementi. Oggi ascolto praticamente ogni genere senza limitazioni ma prediligendo la musica italiana, le cantautrici ed i cantautori. Farei volentieri un duetto con Levante, Joan Thiele, Motta, Calcutta.

UGM: Tornando al tuo singolo, vuoi descrivercelo in quattro parole?
Flora:
Soleggiato, verde, speranzoso, innamorato.

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