Leaden Tears – “Nobody’s Innocent”

Il gothic metal a tinte sinfoniche è un genere che è tornato in auge grazie a formazioni come i nostrani Lacuna Coil, che in verità c’erano già negli anni Novanta e quindi hanno dato sia le basi che la continuità al genere negli ultimi trent’anni quasi, e che poi ha toccato livelli di notorietà ancora più elevati in tempi più recenti grazie a formazioni come Delain, Nightwih, Evanescence ed Epica. Tutte formazioni che, tra l’altro, hanno una cantante donna in formazione. I Leaden Teras, italiani, proseguono su queste stesse coordinate e presentano anch’essi una cantante donna in formazione, Angela, ma che non è l’unica cantante nella band, in quanto si va ad aggiungere la voce maschile di Rik.

Anche questo binomio di voce femminile-maschile è qualcosa che abbiamo visto molto a partire dagli anni Novanta e quindi sembrerebbe che nulla di nuovo sotto il sole si presenti con l’arrivo de Leaden Tears, se non fosse che questa formazione toscana esordisce con una album tanto affascinante quanto acerbo in alcuni punti. A scanso di una produzione non del tutto impeccabile, i brani proposti non sono proprio facilotti. “The Siren Song”, “Beloved”, “The Revenger” e “Freedom” sono un poker che raprresenta molto bene questo album, e penso che siano a mio avviso i punti più alti in fatto di qualità rappresentata in questo “Nobody’s Innocent”. La voce di Angela è davvero bella nella sua impostazione da soprano, riesce a donare un’aura decadente e sensuale ad un album che comunque si difende bene. Purtroppo non tutte le cose sono riuscite. I restanti brani, ovvero quelli che non ho citato, mettono in mostra i limiti della voce maschile, davvero impersonale e scialba, e come già dicevo, la mancanza di un sound che buchi le casse smorza parecchio alcuni passaggi del disco. Immagino questo disco con una produzione di livello e mi viene quasi da pensare ad un altro disco, ed è incredibile come il giusto sound possa far salire la qualità delle singole canzoni e viceversa, ahimè.

Purtroppo nel 2022 non ci si può più presentare con una produzione che sa di demo tape anni Ottanta-Novanta. E’ pur vero che oggigiorno tante produzioni si somigliano e appaiono tutte uguali, ma la cura del suono è fondamentale per far spiccare le proprie qualità. Qualità che non mancano a questi musicisti, e basti anche citare l’ottimo lavoro di tastiera fatto da Luigi, davvero attento e pieno di inventiva o anche il buon lavoro fatto dal chitarrista Vexel, ma in tutto questo la sezione ritmica appare impastata e ne consegue che il lavoro fatto da Francesco (basso elettrico) e Nicko (batteria) viene un po’ svalutato. Aspettiamo il secondo album per poter valutare meglio questa band. Le capacità tecniche e la fantasia non le mettiamo in discussione, ma al prossimo giro certe pecche dovranno essere sistemate.

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