Luke, il genere musicale che ascolto è quello che suono

Luca Rotoni, in arte Luke Paris, è un artista Rock atipico nel suo percorso di vita e di carriera musicale. Musicalmente, Luke è cresciuto con la musica di Elvis, Beatles, Rolling Stones, Bruce Springsteen e OASIS. Dopo una prima parte di vita dove una carriera Rock si profilava, Luke ha deciso di partire verso altre attività per diversi anni. Alla veglia della pandemia COVID fine 2019, l’istinto Rock ha bussato alla porta della sua vita più forte che mai ed è stato impossibile resistergli. Con una sonorità direttamente uscita dalla pura tradizione Rock energico inglese/americano, Luke racconta storie di vita dove la positività è sempre al centro dei suoi testi. Tra pezzi rock dalle chitarre sfrenate e ballate che vi trasportano in altri universi, Luke Paris è una nuova proposta del Rock internazionale.

UGM: Ciao, e benvenuto su Undergroundmusic, quanti brani hai lasciato nel cassetto?
Luke:
Ciao, e grazie per la vostra accoglienza. Un centinaio di brani mi sono rimasti nel cassetto ed altri mi arrivano ogni settimana. Riusciro’ a produrre un secondo CD? Difficile in questo momento dirlo. Il futuro lo dirà.

UGM: Hai modi di suonare dal vivo in Francia?
Luke:
Sono riuscito a presentare un paio di singles nel miglior club di musica live rock di Parigi, il NO.PI, ma mi trovo in questo momento in una situazione di mancanza di tempo e soldi per circondarmi di artisti di valore

UGM: Artisticamente parlando, rifaresti tutto oppure hai dei rimpianti ?
Luke:
Ho sempre vissuto la vita senza rimpianti ed ancora oggi non ho nessun rimpianto. Ho sempre scelto quello che mi sembrava la strada migliore e piu’ giusta da prendere. Appena ho potuto finanziare il mio primo CD con una qualità sufficiente ai miei occhi, l’ho fatto ed è cosi’ che è nato « Anoter Dance ». Era un sogno raggiungibile e l’ho fatto. Il seguito diventa molto difficile per la vita che ho. Mai dire mai comunque.

UGM: Potrebbe sembrare una domanda banale o magari lo è : Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua musica?
Luke:
Fare musica agli inizi non è sinonimo di guadagno sufficiente per viverci. Un amico, grande batterista che ha vinto dei grammy awards con artisti famosi, mi ha detto: « Sai Luke, oggi la musica è un gioco per ragazzini figli di ricchi, o per adulti che hanno abbastanza mezzi economici per finaziarsi la produzione e la promozione ». Tutto è possibile nella vita, ma i casi dove si parte da nulla e si arriva ad avere dei milioni di fans sono sempre piu’ rari senza investimenti nella produzione e soprattutto nella promozione nei social. Se guardiamo gli artisti che sono riusciti a crearsi un nome, spesso ci si rende conto che tanti erano in una situazione di vita dove non avevano altra scelta che metterci l’anima, qualsiasi cosa succedesse, perchè non avevavo altro. Avevano sicuramente qualcosa di speciale ma avrebbero potuto trovarsi al posto di artisti altrettanto dotati che non hanno avuto la fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Artisti che oggi vivono di stenti. Per riuscire nella musica oggi e viverci bisogna avere qualche soldo iniziale per una produzione corretta, abbastanza talento per realizzare un lavoro di qualità, qualche soldo per la promozione e molto, tanto tempo a disposizione per suonare ad ogni occasione possibile, cosa che equivale ad avere delle risorse economiche per vivere senza gadagnare abbastanza per viverci. Tempo = Denaro. Il mondo dove un artista o un gruppo di talento era scoperto da una label che lo metteva sotto contratto assicurando la qualità di produzione e promozione necessaria a sfondare è finito negli anni novanta. Oggi siamo nel mondo del “Do It Yourself – DIY” (fallo da solo) come dice spesso la major Believe: l’artista deve prodursi da solo e se poi riesce da solo a generare abbastanza trazione in fans (spesso nei social), allora una major proporra di portare la promozione ad un livello tale che il business generato sia interessante per la major. Dove sta andando la mia musica? Dopo aver raccontato storie molto personali, scrivo in questo momento storie che osservano il mondo, il genere umano. Non so se vedranno il giorno in un nuovo CD, ma intanto le scrivo

UGM: C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà suoni?
Luke:
Nessuna. Il genere musicale che ascolto è quello che suono. Un detto francese dice : « Un chien ne fait pas un chat » = « Un cane non « fa » (da vita a) un gatto », cosa che vuol dire che non puoi generare qualcosa di diverso da quello che ti ha costruito e che ha fatto quello che sei. Vengo dal rock di Elvis, dei Beatles, dei Rolling Stones, di Springsteen e per finire da quello degli Oasis. Canto le mie storie, la mia musica risuona come il Rock della musica che ho sempre ascoltato. Se ascolto qualcosa di nuovo, come i Maneskin per esempio, è perché ritrovo quelle sonorità che mi sono care.

About The Author