Silcence Is Spoken, umanità, coscienza e crescita spirituale

I Silence Is Spoken sono una band HardRock/Metal/Crossover formata a Londra nel Regno Unito e con sede a Firenze Italia. Le principali influenze di Silence is Spoken provengono dall’alternativa grunge di Seattle
scena, in particolare da band come Alice in Chains, Tool, Soundgarden e, ultimo ma non meno importante, anche da storiche leggende del rock come Black Sabbath e Pink Floyd, tutte ugualmente bilanciate con un tocco moderno suono che crea un groove granitico e un’atmosfera unica.
Le esibizioni dal vivo sono conosciute in Europa e Sud America come potenti e dinamiche immersione sonora grazie a grandi sessioni ritmiche e psichedeliche, testi tumultuosi ed esoterici che porta i concerti a un’esperienza unica ogni volta. SIS ha pubblicato 3 album negli ultimi 15 anni e a il nuovo è stato registrato nel 2020 ed è pronto per essere pubblicato. Il terzo album “11” è maturo concept album sull’umanità, la coscienza e la crescita spirituale.

UGM: Ciao ragazzi, spiegateci il vostro nuovo “11” con poche parole se possibile!
Samuele:
Ciao, grazie mille per l’invito.
“11” è un concept album sulla condizione umana. 
Il numero 11 significa “grande forza orientata ad un cambiamento” ed è questo il concetto attorno al quale ruotano le liriche delle varie canzoni.
Abbiamo strutturato la tracking list in modo da farlo risultare abbastanza fruibile nonostante i momenti psichedelici, i tempi dispari e gli episodi più cupi che si incontrano soprattutto da metà album in poi.

UGM: Di tutti i brani che avete pubblicato, c’è una traccia a cui tenete particolarmente?
Samuele:
Potrei dirti che in questo periodo mi sento particolarmente legato a 1000 Petaled Lotus, ma non mi sentirei di dire che mi ci sento legato in modo particolare rispetto alle altre. Può succedere ciclicamente che una canzone si possa riaffermare rispetto alle altre e tu possa apprezzarla in modo particolare a causa del contesto storico nel quale viviamo o della nostra personale esperienza di vita in quel momento. Se dovessi consigliare una canzone a qualcuno mi sentirei di dire che per un primo ascolto sceglierei “A good God”.

UGM: Quale cover vi piacerebbe inserire fare, ipoteticamente, per poterla inserire in un futuro album? E ne avete già realizzate?
Samuele:
Guarda, sembra strano ma durante le prove di alcune settimane fa stavamo cazzeggiando fra un bicchiere di vino e l’altro in attesa di un’intervista radio e ci siamo ritrovati a improvvisare linee e ambienti su alcune canzoni di Alice in chains, Metalllica e Tears for Fears e ci siamo fatti la stessa domanda. Non abbiamo mai pensato fino ad adesso di inserire cover all’interno di un album, ma non escludiamo che si possa pubblicare una cover riarrangiata con videoclip per la distribuzione digitale.

UGM: Artisticamente parlando, rifareste tutto oppure avete dei rimpianti?
Samuele:
Sinceramente nessun rimpianto, rifaremmo tutto esattamente così, non tanto per i risultati ottenuti ma per la coerenza che respiriamo fra il nostro lavoro ed il nostro essere.

UGM: Scegliete un musicista o una band di rilievo che avreste voluto nel vostro album
Samuele:
Potrei dirne tanti con i quali mi sarebbe piaciuto poter lavorare e condividere idee in studio di registrazione ma penso che il massimo per noi sarebbe poter condividere idee con Roger Waters, crediamo sia la massima rappresentazione del significato di artista musicale attualmente in circolazione. Avremmo milioni di domande da fargli e tantissime cose da imparare da una personalità come la sua, anzi cogliamo l’occasione per ringraziarlo per quello che ha fatto. 

UGM: Potrebbe sembrare una domanda banale o magari lo è: dove sta andando la musica? E dove sta andando la vostra musica?
Samuele:
Non è una domanda banale e richiederebbe una lunga riflessione sulla società attuale, partendo dal concetto originale di musica fino ad arrivare al significato che la musica ha assunto ai giorni attuali. In questo senso la musica è ad oggi principalmente un bene di consumo, un prodotto da somministrare ad un pubblico sempre più ampio ed in quanto tale converge naturalmente verso un punto unico. Segue le leggi di mercato prima di quelle legate all’espressività di qualsiasi artista. In questo processo si vanno ad annullare gli elementi caratteristici di generi ed artisti, si rischia che l’opera venga svuotata del proprio significato. La nostra musica sta andando nella direzione diametralmente opposta e ringraziamo WormholeDeath per permetterci di dare libero sfogo alla nostra espressività.

UGM: C’è differenza tra ciò che ascoltate e ciò che in realtà suonate?
Samuele:
Apparentemente potrebbe sembrare di sì perché fra i vari nostri ascolti ci sono artisti e generi che a prima vista non si ritrovano nella nostra musica, siamo ascoltatori curiosi e con gusti piuttosto ampi. Scendendo però un po’ più a fondo nell’ascolto della musica che facciamo penso si possano trovare anche dei riferimenti a tutti gli artisti e a tutte le band che fanno parte delle nostre playlist giornaliere, naturalmente trasportati nel nostro personale ambiente musicale, nel nostro sound specifico.

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