The Hunting Dogs, siamo in un periodo storico in cui l’ignoto incombe come non mai
3 min readI The Hunting Dogs sono Alba Nacinovich e Marco Germini. Affinano il loro sound in una cantina tra le vigne del Collio goriziano. Suonano quello che loro definiscono “electro-shocked
pop”, un’elettronica organica eseguita dal vivo con la tecnica del live looping, utilizzando strumentazione sia acustica che elettronica e lasciando ampio spazio all’improvvisazione.
Un live act “elettrizzante” in tutti i sensi.
La vittoria assoluta ad Arezzo Wave 2019 li porta in tour per l’Italia nel 2021. Aprono per I Tre Allegri Ragazzi Morti, Kadebostany e i We Are Dark Angels. Si esibiscono
al Collisioni festival, vari showcase europei (BUSH, WavesVienna), al Karlovačko RockOff Festival (premio “Best innovative band”), mentre il loro concerto al Museo d’arte
contemporanea di Zagabria viene trasmesso in diretta dalla Radiotelevisione Croata.
Alba e Marco sono entrambi diplomati in jazz e vantano collaborazioni con artisti nominati al Grammy (Glauco Venier, Scott Kinsey) e progetti pluripremiati nell’ambito della musica elettronica, del jazz e delle colonne sonore (Premio ASCAP “Johnny Mendel”, selezione David di Donatello, Roma Film Festival) in veste di esecutori, compositori e arrangiatori.
UGM – Di tutti i brani che avete pubblicato, c’è una traccia a cui tenete particolarmente ?
THD – In genere teniamo a tutti i brani, ci portano ad esplorare mondi diversi quando li suoniamo live; per Less yellow, il caso ha voluto che, essendoci stata richiesta per un film, ha portato le nostre zampe sul red carpet del Festival del Cinema di Roma, il che ci ha gasato un bel po’.
UGM – “Voodoo Wood” è il singolo scelto come anticipazione ! A cosa è dovuta la scelta?
THD – Avevamo rivelato un po’ del sound graffiante che avrebbe caratterizzato il nuovo materiale con la pubblicazione del video “Synchronizing Cravings”, prima di avviare la collaborazione con il produttore Marco Fasolo. Con “Voodoo Wood” volevamo mostrare l’altro lato del disco, quello più delicato e onirico. Marco Germini è anche un compositore di colonne sonore e sono quindi frequenti le incursioni dei The Hunting Dogs nel mondo del cinema, nel video che accompagna il singolo abbiamo voluto portarvi con noi nell’immaginario da cui traiamo ispirazione attraverso gli estratti del cortometraggio “Il confine è un bosco” di Giorgio Milocco da cui “Voodoo Wood” è tratta.
UGM – Artisticamente parlando, rifareste tutto oppure avete dei rimpianti?
THD – Per fortuna, musicalmente siamo sempre rivolti al futuro, a rincorrere quel desiderio feroce di esplorazione che guida i Cani da Caccia.
UGM – Scegliete un musicista di rilievo che avreste voluto nel vostro album.
THD – Björk
UGM – Potrebbe sembrare una domanda banale o magari lo è : Dove sta andando la musica? E dove sta andando la vostra musica?
THD – Alla faccia del banale! Siamo in un periodo storico in cui l’ignoto incombe come non mai, da una parte le antiche bassezze umane che continuano a perpetuarsi (e perpetrarsi), dall’altra parte la nuova frontiera dell’AI, non so se sia mai stato più difficile rispondere. Vogliamo continuare a credere nella Bellezza di cui l’umanità è capace e della costruttiva creatività che può scaturire dalle sfide che stiamo vivendo. Vogliamo continuare a credere nella musica che, rispecchiandoci, ci fa riflettere, saltando abbracciati ad un concerto ci si confessa la vulnerabilità che ci accomuna e ci si può finalmente elevare dalle bassezze di cui prima.
UGM – C’è differenza tra ciò che ascoltate e ciò che in realtà suonate ?
THD – Abbiamo lasciato che il nostro sound emergesse da sé, da tutti gli ascolti, le diversissime esperienze maturate e dalle nostre personalità, celebrando sia le affinità elettive che le differenze di vedute. Ci piace scambiarci le scoperte musicali che reputiamo più succulente ma non avendo un artista o un genere da ricalcare in mente e non facendo calcoli sul “target” di pubblico a cui puntare il risultato musicale è alquanto singolare. Non può che esserci quindi differenza tra quello che ascoltiamo e quello che suoniamo, ma è altrettanto naturale che tutto ciò che sentiamo si aggiunga al bagaglio sonoro da cui traiamo spunto