13 Dicembre 2024

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Matrioska Social Club, la musica sta andando verso la forma più che nella sostanza

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Il progetto Matrioska social club ha origini salentine, ed è stato elaborato e concepito a Bologna. Partono da un powerduo, non un complesso musicale ma un collettivo. Nasce da un’idea che ronzava da tempo per la testa di Lorenzo Zizzi (chitarre e voci) ovvero quella di rappresentare un mondo ormai quasi del tutto passato. Il mondo del non essere un singolo che competa con l’altro (il diverso, il rivale), ma bensì di un singolo che collabora o che almeno si confronti con l’altro, cercando di formare un corpo, un collettivo in cui ciascuno propone le sue idee e in base alle capacità e i bisogni individuali che possono variare a seconda delle circostanze. Quindi decide di invitare alla collaborazione del suo nuovo progetto una vecchia anima complice, già vissuta nel suo passato non troppo remoto, Gian Piero Nicolì (batterista).

Complici fin da ragazzi (dal 2002) sfornano diverse idee in tempi e contesti differenti ma sempre con la stessa forza, propensione e con la stessa vena rock che muta, si trasforma in continuazione in base alle diverse personalità che incontrano e inconsciamente, in ogni contesto formano un corpo modulare dove poter posarci addosso qualsiasi idea. Tra riff di chitarra e fill di batteria, crescono e formano diverse band. Minerva e Token, due tra le diverse band vissute, le più longeve nel quale hanno transitato e dove sono emerse le prime composizioni, messe in sacco e portate in giro per alcune regioni del bel paese. Saltano fuori dopo 10 anni con questo nuovo progetto e ci propongono brani dall’anima rock, scritti e composti alla chitarra da Lorenzo.

UGZ: Di tutti i brani che avete pubblicato, c’è una traccia a cui tenete particolarmente ?
MSC:
No. In particolare nessuna, sicuramente non possiamo non avere un occhio di riguardo nei confronti di Ext dove abbiamo avuto il piacere di ospitare nel disco Pierpaolo Capovilla.

UGZ: In questo album si parla di …. ?
MSC:
Di tutto ciò che ci lascia fermi nella nostra condizione di stagno esistenziale e di quanto questo dipenda solo da noi e dalle nostre attitudini e abitudini subdole o peggio ancora, da nessuna attitudine.

UGZ: Artisticamente parlando, rifareste tutto oppure avete dei rimpianti ?
MSC:
Rifaremmo tutto a parte qualche significativa eccezione (che c’è sempre quando realizzi qualcosa di impegnativo e laborioso) ma nulla di struggente dal punto di vista personale.

UGZ: Scegliete un musicista di rilievo che avreste voluto nel vostro album
MSC:
Abbiamo già avuto Pierpaolo che sarebbe sicuramente rimasto nei nostri pensieri qualora non si fosse concretizzata l’occasione. Anche perché la sua presenza è stata rilevante e si è amalgamata alla perfezione nel contesto. Quindi se ti devo nominare un altro musicista che reputo di rilevanza a noi importante al pari di Pierpaolo ti direi Giorgio Canali, chissà se nel prossimo disco riusciremo a realizzare anche una collaborazione con l’elemento di fuoco.

UGZ: Potrebbe sembrare una domanda banale o magari lo è : Dove sta andando la musica? E dove sta andando la vostra musica?
MSC:
Non è una domanda banale perché apre a molti spunti ma mi limiterò a rispondere a quelli più eclatanti: la musica sta andando verso la forma più che nella sostanza e questo fenomeno è figlio del nostro tempo. I contenuti sono superficiali e immediati, non invitano a riflessioni ma più che altro alla spensieratezza, che detta così può sembrare una denotazione positiva ma in realtà l’arte in genere non è stata una trasformazione della materia, avvenuta per questi scopi. Qui sembra di essere in una nave da crociera piena di “animatori allegroni” che cercano di distrarti dal fatto che il Titanic sta andando contro un iceberg. Non so se ho reso l’Idea.

UGZ: C’è differenza tra ciò che ascoltate e ciò che in realtà suonate ?
MSC:
C’è ed è giusto che ci sia, perchè non bisogna appoggiarsi troppo sulle idee e le “gambe” altrui.

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