Quaalude, cinque menti dverse per uno scopo comune
4 min readI Quaalude sono una band pop rock fondata a Milano nel 2014.
Noemi (voce), Federico (chitarra), Erik (chitarra), Cece (basso) e Marco (batteria) condividono la passione per le rock band made in UK (tra gli altri The Cranberries, U2 e Oasis) che, combinata con l’amore per il pop e il rock più attuale, porta i Quaalude a forgiare un’identità musicale distinta e caratterizzata da atmosfere brit.
“Facciamo musica perché, da musicisti ed appassionati, vogliamo condividere le nostre emozioni attraverso ciò che suoniamo, lasciando qualcosa di noi in chi ci ascolta, evocando le sensazioni che proviamo attraverso le canzoni. Suoniamo insieme da tanti anni e ci impegnano sempre ad alzare qualità e professionalità della nostra musica e dei nostri contenuti per sempre più unica l’esperienza del pubblico che ci scopre e ci segue” – Quaalude.
Nel 2015 debuttano pubblicando l’EP “My Place on Earth”, seguito dal singolo estratto “Hello Darling” (2016). Nel 2017 tornano con il singolo “You Lift Me Up”, che segna un ulteriore passo avanti dal punto di vista creativo, musicale e produttivo della band, trend che continua con l’uscita del singolo “The First Time (For a Thousand Times)” nel novembre 2018 e dalla vittoria della I edizione del Plug ‘n’ Play (contest musicale a cura dell’ufficio stampa 0371 Music Press) nel 2020.
Nel dicembre 2020 tornano con il disco “Under My Hat”, anticipato nei mesi precedenti dai singoli “My Advice” e “Simplicity”.
UGZ: “Under My Hat” è il vostro nuovo album … nella biografia abbiamo letto“Facciamo musica perché, da musicisti ed appassionati, vogliamo condividere le nostre emozioni attraverso ciò che suoniamo…”
QUAALUDE: “Under My Hat” è proprio questo: un viaggio attraverso i pensieri e le emozioni che risiedono nella testa di ciascuno di noi ogni giorno, “sotto al cappello”, cioè sotto quella maschera che inevitabilmente tutti noi indossiamo quando siamo fuori casa. Quando rientriamo a casa e ci togliamo il cappello siamo liberi di esplorare le nostre esperienze e di rivivere le nostre esperienze. I brani riprendono dei dialoghi, reali o immaginati, con persone care. Lo abbiamo fatto però parlando a un “tu” generico, in modo che chiunque ascoltando le nostre canzoni potesse immedesimarsi.
UGZ: Quante tracce avete lasciato fuori per questo nuovo lavoro e pensate di farne uso o rimarranno brani nel cassetto ?
QUAALUDE: La scrittura dei nostri brani è sempre in movimento. Alcune melodie sono rimaste “nel cassetto” durante la produzione di “Under My Hat” e ora le stiamo riprendendo in mano. Faranno parte del nuovo album.
UGZ: Cosa ne pensate delle cover/tribute band ?
QUAALUDE: Pensiamo che sia un approccio alla musica molto appassionante e richiesto. Anche noi abbiamo suonato e suoniamo tutt’ora delle cover ed è bellissimo suonare i brani che amiamo. Per una cover band deve essere una grande emozione riproporre le canzoni di un artista che stimano e farlo assomigliando in tutto e per tutto a lui. È una grande identificazione. Inoltre, si tratta di una musica molto richiesta nei locali. Abbiamo una grande stima dei colleghi che fanno cover/tribute band perché c’è un grande lavoro dietro.
UGZ: Artisticamente parlando, rifareste tutto oppure avete dei rimpianti ?
QUAALUDE: Siamo molto soddisfatti del nostro percorso. Siamo partiti facendo tutto da soli, sperimentando a 360° sia a livello personale che tecnico. Recentemente ci siamo affidati a una produzione che ci ha mostrato nuovi aspetti del creare nuova musica e che ci ha aperto nuovi orizzonti. Siamo in continuo cambiamento e per questo non cambieremmo nulla di quanto fatto. Ovviamente se ripensiamo ai primi anni sorridiamo a pensare a come eravamo, ma fa parte della nostra storia e ci è servito per arrivare fino a qui.
UGZ: Scegliete un musicista di rilievo che avreste voluto nel vostro album
QUAALUDE: Siamo 5 teste anche molto diverse tra loro. Ognuno di noi avrebbe voluto il proprio idolo. Quello su cui però siamo d’accordo è che ogni contatto o collaborazione portano inevitabilmente la band a crescere, per cui non abbiamo un nome in particolare: un artista di rilievo, che fa questo mestiere da tempo, chiunque egli sia, saprebbe darci tanto e sarebbe un onore poter collaborare con lui.
UGZ: Potrebbe sembrare una domanda banale o magari lo è : Dove sta andando la musica? E dove sta andando la vostra musica?
QUAALUDE: È una domanda complessa e la risposta non è facile. La musica da sempre ha seguito l’interesse delle persone. Ultimamente sentiamo molta musica elettronica e brani sempre più brevi e a forte impatto, orecchiabili. Ci riferiamo ovviamente alla cultura pop, perché in generi più definiti la storia è diversa. C’è stato un ritorno al passato, riproponendo il sound degli anni ’80, perché forse c’è nostalgia di emozioni forti e di storia. La nostra musica segue chi siamo: cresciamo come persone e inevitabilmente anche la nostra musica segue i nostri cambiamenti. Ci dedichiamo molto ad ascoltare diversi generi e diversi brani, sia del passato che del presente. Stiamo attenti alle nuove tendenze ma personalizziamo tutto ciò che creiamo.
UGZ: C’è differenza tra ciò che ascoltate e ciò che in realtà suonate?
QUAALUDE: Sì decisamente! Come già accennato ascoltiamo tutti generi diversi, ma il Brit rock/pop, che è il genere in cui di solito ci piace identificarci, è quello che unisce tutti. Ma passiamo dal metal, al pop, alla musica italiana, al grunge, al rock. Questo ci dà continuamente nuove idee e nuove ispirazioni.
UGZ: Diteci dove vi troviamo online !
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