Clo.ser, ho scelto di intraprendere il percorso cantautorale quando non potevo farne a meno

Clo.ser – nome d’arte di Claudio Callegaro – è un cantautore di Mestre (VE).
Da sempre autore di canzoni, a 16 anni inizia a suonare la chitarra da autodidatta e studia canto presso la scuola mestrina “Music Lab”.

UGM: Di tutti i brani che hai pubblicato, c’è una traccia a cui tenete particolarmente?
Clo.ser:
Ciao e grazie per avermi invitato!
Ne scelgo 2: di ‘cervello in fuga’, il mio primo album, la canzone ‘io sono un folle’, ironica riflessione sulla follia della “normalità”; di ‘Eroi fragili’, l’ep appena uscito, il brano ‘Questuanti’, che parla della complessità delle relazioni.
Sono tracce in cui esprimo fedelmente il mio pensiero e le mie perplessità, e alle quali sono particolarmente legato.

UGM: In questo album si parla di …. ?
Clo.ser:
Parla di tutto ciò che mi ha suscitato curiosità ed emozioni nel periodo in cui sono nati i brani: seduzione (etilica), ritratto di un politico incompetente, relazioni amorose, lock-down, artisti emergenti, eroismo delle persone comuni…

UGM: Artisticamente parlando, rifaresti tutto oppure hai dei rimpianti ?
Clo.ser:
Alla fine credo di aver scelto di intraprendere il percorso cantautorale quando non potevo proprio farne a meno. Nel 2020 avevo materiale per almeno 3 Lp, stratificatosi nel corso degli anni.
Non rimpiango niente perché, in fondo, mi sono divertito molto a suonare cover nei locali con le mie band; è stato un passaggio necessario per capire che i tempi erano maturi per fare altro.

UGM: Scegli un musicista di rilievo che avresti voluto nel tuo album
Clo.ser:
David Crosby, che purtroppo non c’è più. E la mia canzone ‘Questuanti’ la farei cantare a Malika Ayane.

UGM: Potrebbe sembrare una domanda banale o magari lo è : Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua musica?
Clo.ser:
Fenomeno Maneskin a parte, mi sembra che ci sia meno musica suonata; tantissimi artisti pop, rap, trap, utilizzano abbondantemente samples e autotune, il modo di cantare moderno ha preso le distanze dal passato. Ad oggi sono diversi anche i fruitori della musica: soprattutto i più giovani sembrano avere una soglia dell’attenzione più bassa, e le canzoni si sono adeguate: sparano tutto già nei primi secondi, per catturare l’ascoltatore, e durano sempre meno. Al momento non mi pare ci siano le condizioni per invertire la rotta, ma non sono un esperto di marketing musicale.
Per quanto riguarda la mia musica, credo si sia evoluta grazie a una produzione più accurata e ad alcune collaborazioni, tuttavia ricalca ciò che era all’inizio: sostanzialmente acustica, cantautorale, con un bel po’ di prestiti da generi diversi.

UGM: C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà suoni ?
Clo.ser:
Penso che ciò che suono sia una rielaborazione della musica che ascolto. Non si inventa ormai più niente, chiunque l’abbia detto ha ragione… Riascoltandomi, ritrovo sfumature e fraseggi che rimandano ad artisti che amo come i CSNY, i Beatles e alcuni cantautori italiani del passato.

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