Float Music, è sempre importante chiedersi dove si sta andando

Anna Tagliabue e Stefano Maimone sono i Float Music, un progetto musicale nato a Bologna nel 2018 durante un periodo di sperimentazione sonora che li ha visti partire dal mondo dell’elettronica per poi approdare a quello della musica acustica. Sin da subito si dedicano alla composizione di brani originali in cui armonie jazz si mescolano a testi e a melodie dal gusto più folk e pop.

UGM: Di tutti i brani che avete pubblicato, c’è una traccia a cui tenete particolarmente ?
Float Music:
Forse “Riflessi”. E’ il primo brano italiano che abbiamo scritto e questa riscoperta linguistica ha aperto una nuova stagione per noi. Ci ha fatto uscire da una certa comfort zone e fatto scoprire un lato diverso di noi stessi. Ora non sappiamo più come tornare indietro, quindi possiamo solo seguire questa strada!

UGM: In questo album si parla di tematiche “complesse” è giusto ?
Float Music:
Non sappiamo dire se siano complesse. Sono brani che parlano di noi e di quello che proviamo. I sentimenti sono sicuramente qualcosa di complesso, quindi dal quel punto di vista forse si possono dire tematiche complesse. In ogni caso abbiamo cercato di mantenere quel senso di spontaneità con cui di solito le emozioni arrivano e con cui di solito componiamo.

UGM: Siete mai stati presi dallo sconforto a tal punto di voler smettere ?
Float Music:
Sicuramente è un mestiere in cui si vivono continui alti e bassi ed è facile farsi prendere dallo sconforto. Ad entrambi in momenti e maniera diversa è capitato di farsi domande sul proprio futuro nel mondo della musica. Però è proprio in quelle situazioni che abbiamo trovato maggiori e nuove certezze. La passione ti può fare da ancora e aiutare a trovare il modo di proseguire.

UGM: Artisticamente parlando, rifareste tutto oppure avete dei rimpianti ?
Float Music:
Con gli occhi di oggi sicuramente qualcosa lo cambieremmo, ma non crediamo molto nel rimpianto. Siamo in costante cambiamento per cui non ha senso pensare a cosa si “sarebbe potuto fare”. Agiamo seguendo il nostro istinto e le nostre idee, per cui tutto quello che facciamo è legato alle persone che siamo in quel determinato momento. Ciò che andava bene anni fa oggi probabilmente non ci andrebbe più bene. Ma è giusto e bello così, è la natura.

UGM: Potrebbe sembrare una domanda banale o magari lo è : Dove sta andando la musica? E dove sta andando la vostra musica?
Float Music:
Non è assolutamente banale. È sempre importante chiedersi dove si sta andando. Sulla musica in generale non abbiamo una risposta precisa. Sicuramente i confini dei generi musicali ormai sono stati abbattuti e il mescolarsi di culture, armonie, ritmi ed epoche sembra essere il filo conduttore dei nostri tempi. Soprattutto fra le nuove generazioni. Noi non sappiamo dove stiamo andando, ma sappiamo cosa stiamo cercando. Sentiamo di aver intrapreso un nuovo cammino di cambiamento e siamo curiosi di vedere dove ci porterà.

UGM: C’è differenza tra ciò che ascoltate e ciò che in realtà suonate ?
Float Music:
Ascoltiamo veramente tanta musica diversa. E’ difficile al momento identificarci in qualcosa di preciso. Ci sono sicuramente delle differenze tra ciò che ascoltiamo e ciò che suoniamo. Durante la realizzazione dell’album, però, ci siamo sorpresi di come certi aspetti di certa musica siano fuoriusciti senza averlo previsto. Questo forse è uno degli aspetti più belli del lasciarsi trasportare dalla musica.

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