La Malcostume, per me la libertà espressiva è la cosa più importante di tutte

Dove credi di andare? è il primo singolo de La Malcostume, ma è anche la domanda che chiunque abbia un sogno o un obiettivo nella vita prima o poi si sentirà fare.
Che sia semplicemente scappare dal proprio passato, dalla propria famiglia o dalla propria terra, o che sia invece cambiare vita e iniziare a fare quello per cui si è nati e che ci tiene vivi: in entrambi i casi ci saranno ostacoli che fanno venir voglia di arrendersi e adagiarsi nell’abitudine e nella comodità della routine quotidiana. A volte sono le altre persone che sembrano far di tutto per impedire la felicità altrui, a volte invece sono vincoli nati direttamente nella nostra testa, nelle nostre insicurezze, che ci portiamo dietro da sempre.

UGZ: Presentati in qualche riga a chi sente parlare di te per la prima volta.
La Malcostume:
Mi chiamo Marco Cardona, ho 31 anni, sono originario di Molochio (provincia di Reggio Calabria) ma vivo a Bologna ormai da 13 anni. “La Malcostume” è il mio primo progetto musicale da solista: dopo anni passati a suonare in band del territorio, ho deciso di iniziare questo nuovo percorso da solista, in modo da poter esprimere liberamente al 100% le idee e sperimentazioni musicali che avevo in testa.  Il nome “La Malcostume” nasce in contrapposizione alla Buoncostume, un reparto della polizia di stato italiana che si occupava della censura e della difesa della pubblica morale. Da qui, il passo successivo, dell’inversione del nome, è venuto spontaneo, essendo per me la libertà espressiva la cosa più importante di tutte.

UGZ: Cos’è più importante nella vita di un artista: l’ispirazione o la disciplina?
La Malcostume:
Sfortunatamente, credo abbiano pari importanza!
Sintetizzando, l’ispirazione è il motore che partire il tutto, quella vocina che canta nella tua testa delle melodie improvvise e che non sai da dove e come sono arrivate. In particolare, per me, le migliori intuizioni arrivano quando sono rilassato e “distratto”, mentre sono in movimento per fare o andare a fare qualcosa che mi piace: in altri termini, quando si riattiva quell’energia creativa che tutti abbiamo dentro, e che viene attivata dall’entusiasmo.
Tuttavia, subito dopo, l’ispirazione dev’essere coltivata e lavorata da un metodo e dalla disciplina: concretamente, significa proprio impegnarsi a impiegare almeno un paio di ore al giorno (come un lavoro vero e proprio quindi) alla fase di sviluppo dell’intuizione, e quindi alla composizione e produzione.
Ovviamente, le due cose possono pure andare separate, ma i migliori risultati si hanno quando lavorano insieme!

UGZ: Qual è la situazione ideale per ascoltare “Dove credi di andare?”
La Malcostume:
Ho un’immagine ben chiara in testa: in auto, d’estate, di notte, su un lungomare, finestrini abbassati, da soli in macchina, la canzone ad alto volume.
Un contesto del genere sicuramente combina le due caratteristiche ho voluto trasmettere col brano: da un lato quella del movimento, dell’evoluzione, del cambiare per migliorarsi, della dinamicità, dell’energia da sfogare; dall’altro lato, quella della riflessione (che non può che farsi quando si è da soli, meglio se con la calma della notte), dei bilanci di metà vita, dell’affrontare ferite non ancora chiusesi del tutto.

UGZ: Ci racconti un aneddoto sulla realizzazione del videoclip?
La Malcostume:
Anzitutto il contesto stesso in cui abbiamo realizzato il video merita una menzione. La pandemia che da un anno e mezzo sta massacrando il settore dell’arte e dello spettacolo ha, nel mio piccolo, rallentato drasticamente anche le nostre riprese. Abbiamo iniziato con le prime scene già a novembre 2020, ma poi, tra quarantene, lockdown, coprifuoco e zone rosse, siamo arrivati a concludere il tutto solo a fine maggio 2021. Il settore andrebbe maggiormente supportato dalle istituzioni.
In ogni caso, un momento molto particolare è stato quello delle riprese con i 3 attori, che sono una coppia di giovani genitori e il loro figlio. Far capire al bambino che quanto i genitori stavano facendo era solo una finzione, una recitazione, e non la realtà, è stata dura, perché per i bambini è difficile scindere nettamente le due cose! Alla fine però tutti e tre sono stati bravissimi, e anche il bimbo si è divertito!

UGZ: Hai voglia di raccontarci qual è stato il più bel concerto cui hai assistito?
La Malcostume:
Senza alcuna ombra di dubbio, il concerto di Bruce Springsteen allo Stadio San Siro di Milano, luglio 2016.
Più di 4 ore di show (tipico di Bruce!), un’energia pazzesca dall’inizio alla fine, un coinvolgimento del pubblico mai visto in altri show (e senza coreografie o scenografie di sorta, solo lui e la sua band a suonare). Mi avevano detto che i live del Boss sono una sorta di vera e propria cerimonia, un rituale, ed in effetti non avevo mai visto prima (né ho mai visto dopo) una cosa del genere: un’ispirazione per chiunque.

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