Luca, questo è l’album dell’“assenza”

“Mondo Perdona”, il primo album da professionista di Luca Amoroso, rappresenta “l’album dell’assenza”. Da una mancanza di punti di riferimento parte una ricerca che si conclude alla fine dell’album, dando speranza. Nella copertina c’è l’artista, nudo, senza maschere, che si ritira in una cornice rurale disabitata da esseri umani, ma solo da animali. Fuori da questa cornice c’è un mondo provato e malvagio, che ha causato quella ferita che si vede sulla fronte. Allora decide di ritirarsi in questo Locus Amoenus, nel quale è in armonia con sé stesso e conduce una vita serena all’insegna della pace e della tranquillità (simboleggiata dall’ Agnello), curando le sue ferite, fisiche e non. Il titolo dell’album è parte di una poesia che Luca ha scritto, di cui la prima frase è: “Luca, il Mondo, Perdona!”. Quindi “Mondo Perdona” in questa ottica è un’esortazione comune: “Tu, Il Mondo, Perdona”. Un mondo che si cerca di perdonare nonostante le sue angherie, la sua natura spietata, i suoi abitanti a sangue freddo, un mondo che alla fine, a pensarci bene, andrebbe solo compatito. Ma si fa difficoltà. L’album è su tutti i principali Stores digitali.

UGM: Ciao Luca, “Mondo Perdona” parla di…?
Luca:
Mondo Perdona è una storia, un album concettuale. All’inizio il protagonista si ritrova senza punti di riferimento e durante il percorso faticando e ricordando la sua infanzia riesce a perdonare il mondo. Questo è l’album dell’“assenza”. Si vive senza punti di riferimento a volte ed è così che incomincia la storia dell’album.

UGM: A cosa è dovuta la scelta dei due singoli “Il Mio Dio Non C’è” e “Millefiori”?
Luca:
Durante il momento di sconforto il protagonista ricorda degli episodi felici ma effimeri dell’infanzia, “Millefiori”. Mentre invece non riesce a trovare punti cardinali ai quali appellarsi o qualche tipo di guida terrena o ultraterrena, si sente solo ed invoca qualcuno che possa aiutarlo. Così parte “Il Mio Dio Non C’è”, sono due momenti decisivi prima del cambiamento.

UGM: Chi è Luca nel tempo libero?
Luca:
Sono una persona che ama la solitudine, non mi piace andare in giro per locali, mi piace mettermi in disparte in un bar e fumare sigari cubani e nel frattempo scrivere idee, come testi, poesie e melodie. Ho una routine molto ben strutturata che mi permette di soddisfare i miei interessi ed i miei piaceri ed essere creativo e produttivo. Non ho tanti amici, ne avrò 4, ma sono le persone più speciali che conosca. Mi piace stare in campagna e isolarmi molto spesso e stare con i miei cani, Lizzie la mia dolce golden retriever ed Ettore, un pastore maremmano. Mi piace andare a cavallo quando posso, ho questa passione sin da piccolino. Mi da un senso di libertà incredibile.

UGM: Synth e suoni campionati oppure un sound più genuino e naturale?
Luca:
Ovviamente sound genuino e spontaneo, e perché no lasciare qualche errore nell’incisione come facevano i Beatles.

UGM: Chi vorresti come feat. nel tuo prossimo lavoro?
Luca:
Non so, non mi piacciono molto i feat.

UGM: Che cosa ne pensi della scena musicale italiana in generale?
Luca:
Piuttosto scadente. Le persone fanno solo singoli, non sono capaci di fare album. E per fare quei singoli pagano 4/5 autori. Non sono nemmeno canzoni loro. Si sta ritornando alla “Ten Pan Alley” degli anni 50, dove andavano i cantanti per pagare gli autori chiedendo un certo numero di canzoni. Poi è arrivato Dylan e i Beatles e tutto è cambiato, dopo tanto ricominciava la composizione propria, ovvero quella cantautoriale.

UGM: Concerti dal vivo?
Luca:
Ora ho quasi finito di assemblare il nuovo album, poi lo registrerò in Autunno del 2023, dopodiché organizzeremo sicuramente dei concerti con il mio management.

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