LuMi , e il suo stile di musica molto coinvolgente

Esce “Diavoli e Santi”, singolo dell’eclettico duo LuMi & Tod Allen che per questa occasione firmano un brano dal mood estivo pronto per essere accolto e ballato. “Diavoli e Santi” è sui principali stores digitali e nelle radio italiane in promozione nazionale.
Il brano vuole esprimere piena libertà nel godersi i momenti e le esperienze che si presentano nel corso della nostra vita.

UGM: Hai mai pensato di pubblicare un album? Se sì, quando uscirà? Oppure continuerai facendo uscire singoli come esige la discografia di oggi?
LuMi :
Si, spero di pubblicare un album entro la fine dell’anno, massimo gennaio 2024, situazioni extra musicali permettendo. Altrimenti cercherò di lanciare almeno altri tre singoli.

UGM: Pensi che questo genere possa funzionare anche all’estero?
LuMi :
Secondo me sì, è uno stile di musica molto coinvolgente e i suoni sono molto freschi, dove sono presenti ritmi caratteristici della salsa e soprattutto sulla parte del “tocame” i bonghi richiamano alla musica afro. Certo cantare in italiano sicuramente non aiuta, però all’estero suoni del genere se pubblicizzato bene il brano, potrebbero funzionare.

UGM: Artisticamente parlando, rifaresti tutto oppure hai dei rimpianti?
LuMi :
Artisticamente parlando, l’unica cosa che farei è cominciare il mio percorso musicale molto prima e non dare retta a tutte quelle voci che mi guidavano dalla parte sbagliata e non lasciavano esprimere le mie emozioni e inseguire i miei sogni. Da quando ho messo al primo posto me stesso, non ho avuto più rimpianti, perché quello che sto facendo è quello che ho sempre sognato e quindi anche gli errori fatti e quelli che farò inerenti al mio percorso musicale saranno visti sempre sottoforma costruttiva.

UGM: Scegli un musicista di rilievo che avresti voluto nel vostro singolo!
LuMi :
Per i suoni e per lo stile della canzone vi direi Irama. Se dovessi guardarla dal punto di vista commerciale e pubblicitario vi farei un solo nome: Sfera e basta. Per me lui è una hit vivente ed oltre ad essere stato uno dei precursori della trap in Italia è davvero un ottimo business man, capace di saper vendere la propria immagine come pochi in Italia.

UGM: Potrebbe sembrare una domanda banale o magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua di musica?”
LuMi:
Questa è una domanda che può sembrare all’apparenza banale, ma che banale invece non è.
A parer mio si è perso il gusto di esprimere sé stessi a livello musicale. Sembra quasi che non si scriva e non si componga più per il piacere di fare musica, ma per il piacere di entrare in “classifica”. Sono diventati tutti delle “hit” viventi e ciò che prima era il tormentone estivo, ormai sta diventando il tormentone di tutto l’anno. Si segue la moda e ciò che va di tendenza viene riproposto fino allo sfinimento. Questo tipo di processo a parer mio tiene celato quello che è il vero spirito della musica, l’espressione di noi stessi, la libertà di essere e di osare, senza replicare. Non è un caso che Vasco Rossi riempie ancora gli stadi. Insomma, il successo è importante ma non essenziale per essere felici nel fare musica. Questo nel tempo si è andato a perdere, perché chi fa musica ad oggi è oscurato prima dal successo e dal denaro e poi da ciò che emotivamente rappresenta la musica stessa. Per quanto riguarda la mia musica sicuramente non verrà inglobata e contaminata da quello che è l’impatto sociale oggi, continuerò a scrivere e a comporre seguendo il mio cuore, senza dar necessariamente peso a quello che sarà il processo evolutivo, musicalmente parlando.

UGM: C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà componi e canti?
LuMi :
Io sono quel tipo di persona che non ama etichettarsi e farsi etichettare. Ascolto qualsiasi genere di musica mi viene proposta, ma in particolar modo sono un estimatore di Vasco Rossi. Non tanto per le sue prestazioni musicali, ma tanto per il modo in cui lui esprime il suo essere e lo fa con piena libertà, cercando di parlare e arrivare al cuore delle persone senza un linguaggio non necessariamente aulico, ma diretto, coinciso e quotidiano, proprio come il linguaggio delle emozioni. A questo si, a questo mi ispiro molto, soprattutto quando scrivo. Ringrazio la redazione e mando un caloroso saluto a tutti i lettori.

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